Gruppo di Caserta Comitato Provinciale di Caserta
Loro sedi
Chiamati a raccolta i soci di due gruppi tra i più impegnati del territorio e anche un folto pubblico, nella sala Sant’Augusto dell’Episcopio di Caserta, per riflettere su uno dei teoremi del tempo: come conciliare, se è possibile conciliare, politica e etica. Un compito arduo, da quadratura del cerchio, che ha richiesto le forze congiunte della Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo, LIDU, e il Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale, MEIC. Il tutto sullo sfondo, amaro, del cinquantaseiesimo anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, che l’attuale configurazione mondiale socio-politica rende sempre più di difficile rispetto. Ad introdurre il tema i due presidenti, Corrado Caiola LIDU e Luigi Gravina MEIC, due pionieri dell’associazionismo solidale, in trincea da anni. Di diritti non realizzati ha parlato Caiola, quando ha ricordato, tra l’altro, che oggi vi è nel mondo oltre un milione di bambini malati di AIDS e orfani di entrambi i genitori. Un quadro agghiacciante, del quale il presidente Gravina ha tracciato le coordinate in diretta, per il suo impegno che spesso lo porta tra i tanti poveri dei Paesi in via di sviluppo. Ne è emerso netto il problema della responsabilità politica sulla quale si è incentrata la relazione del prof. Ulderico Pomarici, docente di Filosofia del Diritto presso l’Università di Caserta. “Due sono le forze che devono connotare la responsabilità politica, la convinzione dell’inviolabilità dei diritti umani e la lungimiranza”, ha affermato il prof. Pomarici. Il rapporto tra le Costituzioni e i mutamenti politici e sociali sotto la spinta del progresso scientifico e tecnologico e i fenomeni connessi, che hanno fondato nuovi diritti, quali la privacy, il rispetto del diritto alla solitudine, la tutela della dignità umana, è stato il nucleo fondante della relazione del prof. Chieffi, preside della facoltà di Giurisprudenza della SUN. “Nuovi diritti, ha detto, ai quali le Costituzioni devono dare risposte in un mondo in fermento tra globalismo e disarticolazione. Da una parte il villaggio globale o quanto meno l’Europa unita, dall’altro il rigurgito verso il federalismo interno che mira al rafforzamento delle autonomie locali”. E ha concluso: “Siamo in un cantiere aperto”. Una conclusione condivisa, che ha dato luogo ad un interessante dibattito, moderato dal dott. Oscar Bobbio, presidente Corte di Assise, che ha arricchito l’incontro non solo con una misurata regia ma anche con la dottrina e l’esperienza del suo ruolo professionale.
Anna Giordano