TAVOLA DELLA PACE
Domani 19 settembre 2008 su Raitre alle 21,05 andrà
in onda il servizio di Riccardo Iacona
che ricostruisce minuziosamente la terribile pulizia etnica di cui sono stati
vittime i kosovari di etnia serba.
Riccardo Iacona ricostruisce minuziosamente la terribile pulizia etnica di
cui sono stati vittime i kosovari di etnia serba. Dal 1999, da quando la NATO ha
vinto la guerra contro la Serbia e insieme alle Nazioni Unite ha preso il
controllo del Kosovo, 250.000 serbi sono stati cacciati dal Kosovo solo per
ragioni di odio etnico, solo perché serbi. Le loro case sono state bruciate, le
loro terre sono state devastate, le loro chiese sono state distrutte, anche le
più antiche e preziose, quelle del 1300, i loro cimiteri sono stati profanati a
colpi di pala e di piccone, interi quartieri sono stati messi a fuoco solo per
impedire ai serbi che vivevano lì da centinaia di anni di poterci ritornare.
Nonostante la presenza della Nato gruppi armati di kosovari di etnia albanese
hanno messo in atto una delle più sistematiche e feroci pulizie etniche che
l'Europa ha vissuto dopo la seconda guerra mondiale, distruggendo così l'idea
stessa di un paese multietnico che pure era stata all'origine della campagna
militare della NATO contro la Serbia. Ma c'e' di più: in questi nove anni il
Kosovo e' diventato la porta principale di ingresso della droga nel nostro Paese
e in tutta Europa; e, sempre nonostante la presenza della Nato e delle Nazioni
Unite il Kosovo si e' trasformato in una piccola Colombia, un Narcostato nel
cuore dell'Europa. I numeri sono impressionanti: l'80 per cento di tutta la
droga prodotta in Afghanistan per entrare in Europa passa dalle valli e dalle
montagne del Kosovo "liberato". Le enormi ricchezze accumulate con il traffico
della droga hanno reso potenti all'estero e in patria i clan mafiosi kosovaro
albanesi, capaci di inquinare in profondità i partiti che oggi guidano il
Kosovo, gettando così un enorme punto interrogativo sulla natura democratica del
nuovo Stato nato il 17 febbraio di quest'anno con un atto unilaterale. Ma le
strade aperte della droga e delle armi che la Nato non e' riuscita in questi
nove anni di protettorato a chiudere, sono anche quelle da cui passa il
terrorismo internazionale di matrice islamica.
Nella seconda puntata de "La guerra infinita" dal titolo "AFGHANISTAN", in onda
il 26 settembre, sempre in prima serata, Riccardo Iacona riprenderà il viaggio
proprio dalle strade della droga e delle armi, le stesse utilizzate dai gruppi
armati kosovaro albanesi che stanno cercando di destabilizzare la Macedonia con
azioni militari di grande respiro. Intervisterà in esclusiva i nuovi terroristi
dell' UCK ancora in armi sul territorio macedone e racconterà la capillare
infiltrazione nei Balcani dei movimenti islamici più radicali, con il sostegno
attivo delle organizzazioni caritatevoli dei paesi del Golfo Arabico. E poi,
risalendo le strade della droga che dal Kosovo passano per la Turchia e per
l'Iran, Iacona ci porterà in Afghanistan. La guerra, i bombardamenti, sette anni
di presenza militare della Nato non sono riusciti a impedire che l'Afghanistan
diventasse il più grande produttore mondiale di oppio ed eroina, consegnando
così ai movimenti armati talebani la loro principale fonte di finanziamento: 100
milioni di dollari solo l'anno scorso. Con questi soldi i talebani stanno
vincendo la guerra. Iacona racconterà la drammatica escalation militare messa in
atto dai ribelli afgani, ormai capaci anche di colpire nel cuore di Kabul, con
kamikaze, autobombe e veri e propri assalti armati. Poi ci porterà nei luoghi
dove abbiamo perso i nostri ultimi soldati: il distretto di PAGMAN dove e' morto
il maresciallo Daniele PALADINI e quello di SOROBI, dove e' stato ucciso il
primo maresciallo Giovanni PEZZULLO. Sia i poliziotti di Pagman che quelli di
Sorobi raccontano alla troupe della GUERRA INFINITA tutta un'altra storia
rispetto a quella che arriva a noi, dalle fonti ufficiali dell'esercito, che
hanno sempre parlato di attentati terroristici isolati. Quelle zone sono
infestate dai talebani ed in particolare la valle di Uzbeen e' completamente
fuori controllo. Dopo la morte di Pezzullo in quella valle non entra più
nessuno, ne' la polizia e l'esercito afgano e neanche i soldati italiani della
NATO. E infatti due mesi dopo, quando i francesi prendono il controllo di SOROBI
al posto degli italiani, la prima volta che si avventurano nella valle di Uzbeen
vengono massacrati da 500 talebani armati: 10 para' vengono uccisi, 4 di loro,
sembra siano stati decapitati mentre erano ancora in vita. Che ci facevano 500
talebani armati nella zona che doveva essere sotto il controllo dei soldati
italiani? E come fanno 500 soldati a vivere in queste zone senza avere
l'appoggio dei villaggi che li ospitano? Iacona farà vedere che i talebani che
attaccano la coalizione non sono solo i fanatici studenti delle madrasse
pakistane o gli arabi di al qaida, ma anche cittadini afgani. I talebani ormai
stanno costruendo un'area di consenso nei villaggi e nella capitale grazie alla
quale possono continuare ad attaccare la NATO nel cuore delle aree che
dovrebbero controllare. La guerra e' ormai alle porte di Kabul e gia' adesso i
talebani sono in grado di far arrivare nella capitale centinaia e centinaia di
soldati armati. Iacona ci farà vedere poi come nelle valli che i soldati
italiani dovrebbero controllare si produce oppio. Con i soldi di questo traffico
i talebani comprano le armi con cui poi uccidono i nostri soldati, e i campi
continuano a essere coltivati ad oppio, a soli 30 chilometri da Kabul. E tutto
questo proprio mentre il contingente italiano si sta preparando ad una svolta
importante e drammatica: ad ottobre i nostri soldati si dispiegheranno quasi
tutti nell'ovest del Paese, ad HERAT, dove già siamo presenti e soprattutto a
FARAH, nel sudovest del Paese, dove si combatte tutti i giorni.
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