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                                Il 
                              programma/Le città 
                              frontiera/Archivio 
                              puntate/Credits ___________________________________________________
 
  C'ERA UNA 
                              VOLTA la storia, i premi e i 
                              riconoscimenti
 
  
                              
  1999 
                              - Il mondo dei 
                              bambini
 
  La 
                              prima puntata di "C’era una volta" e’ andata in 
                              onda su Rai TRE in prima serata a partire da 
                              ottobre 1999, autori Silvestro Montanaro e Pier 
                              Giuseppe Murgia, ed e’ subito diventato un caso: 
                              con questo titolo, che nella tradizione annuncia 
                              la fiaba, ha raccontato, nella prima serie di 18 
                              documentari, storie di bambini e della loro 
                              infanzia negata. La fame, la guerra, lo 
                              sfruttamento, la prostituzione. Storie di grande 
                              impatto emotivo, racconti da angoli del mondo 
                              spesso dimenticati dalle cronache. La risposta del pubblico della tv e’ stata 
                              di grande generosita’: centinaia di milioni, 
                              miliardi di Lire, inviati in sottoscrizione alle 
                              organizzazioni missionarie e laiche, di volta in 
                              volta impegnate nelle battaglie piu’ difficili, i 
                              cui riferimenti venivano indicati in 
                              sovrimpressione in coda ai documentari. Una gara: 
                              dieci miliardi per Madid, il bambino del Sudan 
                              meridionale nella stretta della carestia; 
                              centinaia di milioni per i bambini-schiavi delle 
                              pietraie brasiliane, per le piccole prostitute 
                              brasiliane; due miliardi e mezzo per i sette 
                              fratellini orfani di Malanje, nell’Angola in 
                              guerra, per citare alcuni tra i casi piu’ 
                              clamorosi.
                              
                              2000/1 - Globalizzazione: diritti e 
                              sfruttamento 
                              Dall’ottobre 2000 "C’era una volta" e’ 
                              diventato un appuntamento settimanale di seconda 
                              serata con il documentario, per raccontare le 
                              diverse facce di un mondo diviso tra quanti sono 
                              gia’ proiettati nel futuro e quanti sembrano 
                              condannati a ricadere in un nuovo medioevo. La 
                              nuova serie nasce da alcune idee-guida sui temi 
                              della globalizzazione. In particolare, con i 28 
                              documetnari, vengono seguiti quattro grandi filoni 
                              di inchiesta. Le "Materie prime", spesso causa di 
                              guerre per il loro sfruttamento: si parla 
                              dell’acqua, dell’aria, della terra, del petrolio e 
                              si racconta della Palestina, delle Filippine, 
                              dello Zimbabwe, della Nigeria e 
                              dell’Arzebaijian. Il tema delle donne – nella serie "nemiche" 
                              voci e storie di donne dal mondo (andata in onda a 
                              marzo 2001) – dove si affronta il problema del 
                              lavoro nel Burkina Faso come in Algeria, quello 
                              della violenza sessista in Camerun come in 
                              Brasile. Altro argomento d’indagine e’ lo 
                              "scaffale", come gli autori definiscono il 
                              mercato: cosa si puo’ celare dietro la vendita 
                              delle banane, delle rose o dei gamberetti, ma 
                              anche il traffico di organi (e’ stata per esempio 
                              documentata la compra-vendita di un rene in 
                              Messico) o il traffico di donne. Per non 
                              dimenticare il filone dei "diritti", testimoniato 
                              attraverso i documentari realizzati in Irak sulle 
                              conseguenze dell’embargo, in Africa nella regione 
                              dei Grandi laghi e in Rwanda a testimoniare gli 
                              olocausti consumati in quest’ultimo decennio. 
                              Infine, l’ultimo spunto riguarda l’Italia, vista 
                              dentro la globalizzazione. Molti di questi documentari sono stati 
                              acquistati e trasmessi in diversi paesi del mondo, 
                              altri sono stati utilizzati come testimonial per 
                              campagne sociali. Tanti, poi, sono stati i premi, 
                              anche prestigiosi, ricevuti dai documentari 
                              prodotti dalla tv pubblica. 
                              
                               2002 
                              - "Dagli Appennini alle 
                              Ande" 
                              
                              Abbandonata, 
                              almeno temporaneamente, la produzione di 
                              documentari, Silvestro Montanaro e Lucio 
                              Caracciolo, autori del programma, spinti anche 
                              dalla richiesta di approfondimento da parte del 
                              pubblico televisivo italiano, hanno deciso di dare 
                              vita al magazine televisivo "Dagli Appennini 
                              alle Ande", 
                              appuntamento settimanale di geopolitica condotto e 
                              diretto da Montanaro e da Caracciolo, direttore 
                              della rivista di geopolitica 
                              Limes, 
                              in onda su Rai TRE da gennaio 2002 alle ore 
                              23.00. per 8 puntate. Si e’ trattato di un importante 
                              appuntamento settimanale della Rai, volto a 
                              sensibilizzare l’opinione pubblica italiana sui 
                              grandi temi politici, economici e sociali del 
                              nuovo Millennio. Tra gli ospiti in studio citiamo: 
                              Boutros Boutros Ghali; Carla Del Ponte, lo 
                              scrittore ivoriano Ahmadou Kouroma; il regista 
                              argentino Pino Solanas; e ancora: John Maresca, 
                              gia’ ambasciatore Usa e responsabile esteri della 
                              Unocal; Mr. Cooper, "guru" di Tony Blair per la 
                              politica estera; Stanley Fisher gia’ numero 2 del 
                              Fondo monetario internazionale e oggi membro del 
                              consiglio di amministrazione della City Group; il 
                              giudice Skuratov (Eltsin–gate) e il procuratore 
                              Bernard Bertossa. Gli 
                              ospiti in studio, i filmati d’autore e le 
                              testimonianze hanno punteggiato i grandi scenari 
                              politici globali. 
                              
                              2002: 
                              Le città frontiera 
                               
                              Dal 3 ottobre C’era una volta , 
                              inizierà la terza edizione con 10 documentari dal 
                              titolo "le città frontiera". Si tratterà del 
                              racconto di alcune grandi realtà urbane 
                              contemporaneamente simbolo - e perciò frontiera - 
                              di grandi questioni al centro dell’agenda 
                              mondiale. Città che, inoltre, nei loro confini e 
                              nella loro quotidianità annunciano e vivono i 
                              grandi temi della governabilità del pianeta. 
                               Si va dal racconto della 
                              Teheran divisa tra Ayatollah e spinte innovatrici, 
                              emblematica del dibattito interno all’Islam; alla 
                              Almaty in Kazakhastan, simbolo della nuova 
                              frontiera energetica ma anche moderno Far West 
                              dove a dettare legge sono veri e propri clan 
                              mafiosi che governano il Paese; C’era una 
                              volta racconterà la vita quotidiana a 
                              Bangalore, in India, città - enclave del terzo 
                              mondo dilaniata tra storiche povertà e la crescita 
                              di uno fra i più moderni poli elettronici del 
                              mondo. 
                              2003 - Le città frontiera: 
                              Speciale America 
                              Latina
  A partire da lunedì 2 giugno, il 
                              programma di Silvestro Montanaro presenta cinque 
                              puntate realizzate in America latina: Haiti, 
                              Venezuela, Argentina, Cuba, Brasile; un viaggio 
                              per comprendere la natura e le conseguenze delle 
                              politiche che hanno messo in ginocchio le economie 
                              più forti di questo continente.  Gli ultimi anni hanno visto scoppiare 
                              questo continente: la crisi economica che ha 
                              portato l’Argentina al fallimento; le 
                              manifestazioni oceaniche che hanno visto 
                              affrontarsi nelle strade le due anime del 
                              Venezuela; l’anarchia che attanaglia Haiti, la 
                              repubblica più antica delle Antille, il nuovo 
                              isolamento cubano. Dopo la stagione dei colpi di stato e delle 
                              dittature militari in America latina si discute di 
                              democrazia e sviluppo ma, nuove catene, 
                              innanzitutto quelle del debito estero, delle 
                              politiche imposte dal Fondo monetario e degli 
                              appetiti imperiali sulle grandi risorse di 
                              quest’area del mondo, rischiano di soffocare sul 
                              nascere le speranze di libertà e progresso di 
                              questi paesi. 
                                
                              "C'ERA UNA VOLTA 
                              2003" un programma di Silvestro Montanaro 
                               
                              presenta cinque puntate dedicate al 
                              continente africano. in onda il giovedì, alle 
                              23.30, dal 13 novembre su Rai 
                              Tre. 
                              Secondo l'ultimo rapporto dell'UNCTAD, 
                              l'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di 
                              sviluppo, il numero dei paesi estremamente poveri 
                              è quasi raddoppiato tra il 1974 e il 1998, 
                              passando da 25 a 48. Di questi, 33 sono paesi 
                              africani. Il rapporto 2000 dell'UNICEF riferisce 
                              che dei 60 paesi in cui nel 1998 è stato 
                              registrato il più alto tasso di mortalità 
                              infantile al di sotto dei 5 anni, 41 sono 
                              africani.
  Nell'Africa subsahariana il 40% della 
                              popolazione vive al di sotto del livello di 
                              povertà, cioè con meno di un dollaro al giorno. 
                              Più di 250 milioni di africani non hanno acqua 
                              potabile, più di 200 milioni non possono disporre 
                              di servizi sanitari, ogni anno più di un milione 
                              di persone di cui tre quarti sono bambini, muoiono 
                              di malaria; altrettanti, se non di più, muoiono di 
                              morbillo, 1,5 milioni di tubercolosi, la stessa 
                              cifra di malattie gastro-intestinali. Si calcola 
                              poi che gli africani colpiti da AIDS siano circa 
                              23 milioni, quasi il totale delle persone affette 
                              a livello mondiale. L'Africa, che negli anni 
                              '50 contava nel commercio mondiale per un misero 
                              3%, negli anni '90 ha visto calare al 2% la sua 
                              quota nel mercato mondiale, e all'1,2% ai nostri 
                              giorni. Intanto il suo debito estero è arrivato 
                              alla cifra di 220 miliardi di dollari, falcidiando 
                              con le sue rate e i suoi interessi ogni 
                              possibilità di sviluppo e l'insieme dei servizi 
                              sociali.
  Queste le cifre del più grande 
                              disastro della storia del XX secolo, destinato a 
                              proiettare un'ombra funesta sul terzo 
                              millennio. Come si è arrivati a questo? 
                              Proponiamo alcune linee di interpretazione forse 
                              utili a fronte della vera e propria sparizione 
                              dell'Africa dai flussi mediatici, nonostante la 
                              tragedia africana porti il segno di tutte le 
                              grandi contraddizioni del nostro tempo. La sua 
                              marginalizzazione ci sembra colpevolmente voluta e 
                              cosi' il suo nascondimento rispetto ad altre 
                              situazioni del pianeta, che forse da una lettura 
                              della centralità africana nel modello di sviluppo 
                              globale potrebbero essere anch'esse rilette e 
                              meglio interpretate.
  Al primo gigantesco 
                              furto di umanità ed intelligenza operato con la 
                              tratta degli schiavi, si aggiunse il colonialismo 
                              con tutti i suoi danni e le sue rapine: saccheggio 
                              delle imponenti materie prime di cui il continente 
                              era ed è ricchissimo, sterminio sistematico delle 
                              élites culturali, definizione di un rapporto di 
                              autentico e selvaggio sfruttamento delle città 
                              coloniali nei confronti dei territori 
                              dell'entroterra.
  Il sogno delle 
                              indipendenze, costato spesso autentici bagni di 
                              sangue, ha visto solo formalmente i paesi 
                              occidentali restituire sovranità ai paesi 
                              africani. I confini di tante di queste nazioni 
                              erano dettati dall'avidità, arbitrarietà e 
                              capriccio dei colonizzatori e quindi erano forieri 
                              di possibili scontri fra maggioranze e minoranze 
                              etniche stupidamente separate dai cartografi 
                              coloniali. Le élites che andarono al potere erano 
                              impregnate della cultura delle madrepatrie 
                              coloniali, e comunque espressione del rapporto di 
                              sfruttamento delle città coloniali rispetto al 
                              mondo agricolo. Lo spazio assegnato alle nuove 
                              nazioni nel commercio mondiale ratificava il loro 
                              ruolo esclusivo di fornitrici di materie prime, la 
                              cui trasformazione, il cui valore aggiunto e i cui 
                              prezzi venivano decisi in occidente, e l'occidente 
                              continuavano ad arricchire.
  A questa situazione di per se' già 
                              disastrosa, si aggiunsero le tensioni da guerra 
                              fredda. L'Africa divenne territorio di contesa 
                              geopolitica innescando più guerre decennali. La 
                              politica dei favori delle due superpotenze porto' 
                              al potere e sostenne dittatori corrotti e diede 
                              origine alla spaventosa voragine del debito 
                              estero. Si calcola ad esempio che l'ammontare 
                              delle ricchezze portate all'estero dalla famiglia 
                              Mobutu, una delle signorie feudali più crudeli e 
                              ladrone dell'Africa intera - al governo dello 
                              Zaire per decenni grazie agli appoggi prima di 
                              Stati Uniti e poi di Francia -, ammonti 
                              esattamente al debito estero di questo importante 
                              paese africano. Il debito diventa la catena ancora 
                              più pesante del nuovo colonialismo, lo strumento 
                              potente per governare di fatto ancora una volta i 
                              destini di decine e decine di paesi africani, 
                              costretti a sottomettersi alle regole del 
                              neoliberismo con l'unico esito di aumentare la 
                              dipendenza dal nord del mondo e nullificare ogni 
                              forma di statualitá e di servizi sociali. In un 
                              continente dove la maggioranza vive con appena un 
                              dollaro al giorno, bisogna pagare per scuole e 
                              ospedali  con il risultato di un nuovo 
                              precipitare della mortalità e dell'analfabetismo e 
                              l'esplodere di spaventose tensioni 
                              sociali.
  La fine della guerra fredda non ha 
                              portato giovamento di fatto. L'Africa è lo scrigno 
                              del mondo, le sue materie prime continuano a far 
                              gola, il suo petrolio e' divenuto una pedina 
                              importante nei giochi geoeconomici mondiali. Basti 
                              pensare che nel 2015 l'Africa fornirà il 25 per 
                              cento del fabbisogno energetico degli Stati Uniti. 
                              Intorno alle risorse africane è ripartito il 
                              grande gioco geopolitico, il risiko degli 
                              interessi delle nuove grandi potenze alimentando, 
                              in un continente che non produce armi, decine e 
                              decine di conflitti tesi a spostare il segno delle 
                              relazioni di tanti paesi da un'area all'altra e a 
                              consentire un ulteriore saccheggio a prezzi 
                              stracciati delle materie prime 
                              africane.
  Nello stesso tempo gli aiuti si 
                              sono inariditi e agli africani si sono offerte le 
                              possibilità' salvifiche del Dio mercato. 
                              Liberalizzazioni di tutti i settori, loro 
                              privatizzazioni, abolizione di ogni dazio. E il 
                              disastro è stato colpevolmente compiuto grazie 
                              alla crescente debolezza delle statualitá locali e 
                              al sorgere di crudeli e corrotte élites armate, 
                              sostenute da potenti interessi 
                              stranieri.
  Intanto pero' ai prodotti 
                              africani, in specie quelli agricoli, viene 
                              impedito l'accesso ai mercati europei e 
                              statunitensi a causa delle barriere 
                              protezionistiche che queste realtà, le stesse che 
                              propongono il Verbo del Dio Mercato, hanno eretto 
                              e che non intendono buttare giù come è successo 
                              anche all'ultimo vertice di Cancun.
  E cosi' 
                              all'Africa restano le beffe e l'oltraggio di aiuti 
                              umanitari sempre più al lumicino, offerti da paesi 
                              che preferiscono sovvenzionare ad esempio le 
                              proprie mucche con più di tre dollari al giorno 
                              piuttosto che guardare alla terribile non 
                              esistenza, all'olocausto quotidiano e voluto di un 
                              pezzo di umanità che deve farcela con appena un 
                              dollaro al giorno quando potrebbe vivere del suo, 
                              senza la vergogna e l'oltraggio del più ipocrita 
                              degli aiuti. 
                              13 Novembre: SOTTOTERRA, 
                              Zambia, di Paola Salzano Siamo partiti 
                              con la voglia di capire perché lo Zambia dice no 
                              agli ogm negli aiuti alimentari. Pazzi o ribelli? 
                              Come si fa a rifiutare il cibo quando si muore di 
                              fame e quali sono le alternative al sacco di soia 
                              regalato dalle agenzie umanitarie? Un documentario 
                              che ci racconta l'esito delle privatizzazioni e 
                              degli investimenti voluti dal Fondo monetario 
                              internazionale. 
                              20 Novembre: LA CHIAMERO' MARIA, 
                              Sud Sudan, di Paola Salzano e Bengt 
                              Nilsson L'operazione Lifeline Sudan, 
                              messa in piedi dal 1988 dalle Nazioni Unite, e' 
                              uno dei piu' grandi e costosi interventi umanitari 
                              di tutti i tempi: 200 milioni di Dollari l'anno. 
                              Oggi, alcuni addetti ai lavori denunciano che 
                              questi aiuti sono un business, sono una parte 
                              dell'economia e che, di fatto, esiste uno stretto 
                              legame tra intervento umanitario e andamento del 
                              conflitto. Che cosa e' che non sta 
                              funzionando? 
                              27 Dicembre: CACAO AMARO, 
                              Costa d'Avorio, di Stefano Maria Bianchi e Emilio 
                              Casalini Un racconto nelle strade del 
                              piu' grande produttore di cacao nel mondo, diviso 
                              in due dalla guerra civile tra aneliti di 
                              autonomia economica dalla Francia e lotte 
                              intestine per il controllo del potere.  
                               
                              4 e 11 Dicembre: IL GOLFO IN 
                              FIAMME, documentario in due parti, di Silvestro 
                              Montanaro.  Chi c'e' dietro il colpo 
                              di stato in Liberia? Quali sono gli interessi 
                              dietro allo sfruttamento dei diamanti , dell'oro e 
                              delle risorse minerarie della Sierra Leone? Quali 
                              gli effetti dell'improvviso cambio di governo alla 
                              guida della Guinea Bissau? Un viaggio in due 
                              parti, nelle ragioni delle guerre che stanno 
                              martorizzando da dieci anni il golfo di 
                              Guinea. 
                                
                              
                              
                               I 
                              principali premi ricevuti da C’era una 
                              volta 
                              
                              Premio televisivo – giuria popolare – 
                              "Gli Indelebili" (Mediaset) per i meriti 
                              della trasmissione "C’era una 
                              volta"
  Premio televisivo internazionale "Chiara 
                              d’Assisi" a Silvestro Montanaro per i meriti 
                              della trasmissione
  Premio 
                              giornalistico internazionale "Colomba d’Oro per 
                              la Pace", patrocinato dal Presidente della 
                              Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, a Silvestro 
                              Montanaro per il suo documentario "Caporal 
                              Highway", dedicato ai bambini soldato della Sierra 
                              Leone.
  "Premio 
                              Flaiano" per i documentari d’autore, a 
                              Silvestro Montanaro per il lavoro ‘La mia 
                              famiglia", realizzato in Angola 
                              
  "Premio 
                              Santa Caterina d’oro" a Silvestro Montanaro 
                              per il documentario "la mia famiglia" 
                              (Angola)
  "Premio 
                              Libero Bizzarri" per il miglior soggetto ad 
                              Agostino Ferrente e Giovanni Piperno per il 
                              documentario "Intervista a mia madre" realizzato 
                              in co-produzione con "C’era una volta", Rai 
                              Tre
  "Premio Libero Bizzarri" ad Aurelio 
                              Grimaldi per il documentario "Ragazzi Fuori" 
                              realizzato in co-produzione con ‘C’era una volta", 
                              Rai Tre.
  Premio Ilaria Alpi 
                              2000 a Silvestro Montanaro
  Premio Ilaria Alpi 2001 
                              sia per il documentario La ballata di 
                              Giuliano che per l’opera giovane Robin Hood 
                              di fine millennio.
  Gran Prix all’International TV 
                              Festival 
                              – Bar 2000, Jugoslavia, a Silvestro 
                              Montanaro Premio giornalistico " Mosaico della 
                              Solidarieta’ 2001" a Silvestro Montanaro per i 
                              meriti della trasmissione "C’era una 
                              volta"
  "Premio Internazionale Solidarieta’ " Iqbal 
                              Masih, 
                              anno 2001 per il programma C’era una 
                              volta
  2002: Fipa Festival, primo premio sezione giovani a Silvestro 
                              Montanaro per il documentario "La 
                              Maledizione" 
                              
                              Le nominations:
  Nomination 
                              al Festival di Montecarlo per Silvestro Montanaro 
                              con il documentario "Caporal 
                              Highway"
  Nomination 
                              all’Oscar di Montreal per Silvestro 
                              Montanaro con il documentario "La mia 
                              famiglia" 
                              Retrospettive
  Partecipazione 
                              di 5 documentari di C’era una volta al XII. 
                              PRIX LEONARDO 2003, sezione "Globalisation", Parma 
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