Dalla relazione all' ISTITUTO ITALIANO PER GLI STUDI FILOSOFICI :

PREMIO INTERNAZIONALE  IQBAL MASIH,  Napoli,11/9/03

 

GIOVANNI DE SIO CESARI 

 

 

IQBAL MASIH E L'11 SETTEMBRE

 

Credo che non ci sia nessun dubbio che noi condanniamo senza appello e dal profondo del nostro cuore e della nostra mente fatti terribili come il lavoro forzato  dei bambini del terzo mondo di cui l'assassinio di  Iqbal Masih al  quale noi dedichiamo la nostra manifestazione è una logica conseguenza. Cosi pari condanna noi esprimiamo sempre dal profondo della nostra mente e del nostro cuore per i terribili fatti avvenuti negli USA in questo giorno due anni fa. Non c'è dubbio: ma se vogliamo che questi fatti veramente cessino dobbiamo comprenderne le motivazioni. Molte cose possono avvenire a  caso ma fatti tanto ampi e generalizzati che coinvolgono centinaia di milioni di persone non sono casi fortuiti dovuti a qualche inesplicabile follia ma hanno una motivazione ampia e profonda quanto i fatti che determinano.

Non possiamo certamente pensare che lo sfruttamento del lavoro minorile avvenga perchè nel Pakistan  i genitori amino i loro figli  meno dei genitori occidentali:I genitori amano i loro figli mediamente con la stessa intensità  in qualunque paese essi si trovino : sarebbe veramente assurdo assimilare i miseri e  gli affamati ai criminali perchè i loro figli convivono con  miseria e fame 

E non dobbiamo neanche, il che è certamente meno evidente, pensare che fatti come quelli dell11 settembre siano prodotti di menti diaboliche e criminali, da una specie di serial killer internazionali, da soggetti affetti da schizofrenia maniacale religiosa. Milioni di persone in tutto il mondo mussulmano li giustificano, li prendono ad esempio, pregano anche per loro. Non possiamo ignorarlo, non dobbiamo ignorarlo.Ricordate che le TV mostrarono l'11 settembre, mentre l'attacco era in corso, molti abitanti della Cisgiordania festeggiare e offrire dolci per la strada. Quante organizzazioni mussulmane anche italiane giustificavano, restavano nell'ambiguità. Poi le condanne sono diventate unanimi: ma pure non sappiamo quanto queste condanne siano sincere e quanto invece imposte dalla pressione economica e dalla paura dei potenti occidentali . Insomma ogni immigrato ha capito che se vuole conservare il suo posto di lavoro deve condannare il terrorismo , ogni governo  si è reso conto che se è solo sospettato di indulgenza verso "Al Qaida" si trova i marines nel paese.

Ma dobbiamo capire , sforzarci di capire perchè questi fatti avvengano. Se agiamo senza capirlo rischiamo di aggravare le situazioni, di essere di danno a quei popoli a quelle genti  a cui vogliamo essere di essere di aiuto: non bastano le buone intenzioni, spesso esse provocano più disastri che le cattive intenzioni. Prendiamo esempio dai missionari cattolici: non improvvisano, prima di agire imparano le lingue locali, le culture, le mentalità senza prevenzioni nè positive nè negativi, soprattutto guardano le realtà effettive senza lenti deformanti di certi ideologismi di destra o di sinistra.

Per mia esperienza personale , vi consiglio,se volete notizie veramente  attendibili su un paese, cercate le fonti missionarie, le uniche veramente attendibili.

Ma torniamo al nostro assunto fondamentale e chiediamoci perchè esiste lo sfruttamento del lavoro minorile nel mondo. Non è un problema di legislazione anche se la legislazione può dare un suo contributo importante. non è  un problema di accordi internazionali anche se gli accordi internazionali possono dare un contributo importante. Esiste il lavoro minorile essenzialmente perchè esiste la miseria . In fondo anche la guerra nasce dalla miseria: i paesi ricchi ormai non si fanno più guerra tra di loro da oltre 50 anni. E allora la domannda è:  perche c'è tanta umanità che soffre la fame, la sete, la carestia, la guerra endemica.

Personalmente io però credo che ci poniamo la domanda sbagliata a cui poi segue necessariamente una risposta sbagliata. La vera domanda a mio parere è questa: PERCHE' noi occidentali non soffriamo la fame, la sete, la carestia, la guerra endemica? o meglio, perche non le soffriamo PIU' ?

Fame, carestia, lavoro minorile sono stati sempre presenti anche in Europa fino a non molto tempo fa : Il lavoro minorile in Italia ha perso rilievo  solo negli ultimi decenni ed è ancora, purtroppo, presente. Il lavoro minorile fu una costante della prima industrializzazione in Europa anzi una delle sue basi fondamentali.

Ricordate la sterminata letteratura ottocentesca sulla miseria delle classi lavotatrici

A metà dell'800 in Irlanda la carestia uccideva circa un milione di persone e e altri tre o quattro milioni sopravvissero perchè ebbero la possibilità di emigrare in massa in America. E questo avveniva nell'ambito dell'Inghilterra la superpotenza del tempo, il cui impero dominava un quarto dell'umanità, e che aveva un avuto un grandioso processo di industrializzazione. Può sorprendere constatare come i nostri libri di testo di storia  dei licei diano ampio spazio ai moti liberali del 48-49 e ignorino completamente la tragedia avvenuta in Irlanda: all'epoca la morte per fame era considerato da noi come in tutto il mondo un evento naturale, "normale", ineliminabile che era dolorosissimo ma non stupiva più di tanto.

E se  vediamo con orrore, giusto orrore i bambini-soldato del terzo mondo non possiamo dimenticare che fino alla fine dell'800 nei nostri eserciti erano aggregati  dei fanciulli come tamburrini: ricordate"Il tamburrino sardo" del libro Cuore , quel ragazzo che perde la gamba per  portare un messaggio militare?

A un certo punto della storia l'Occidente ha iniziato un progresso politico, economico umano che ci ha dato un tenore di vita e quindi una visione della vita nella  quale non trovano più posto fame, sete, lavoro minorile, epidemie e guerre endemiche che diventano quindi incomprensibile. 

E non pensiamo come spesso facciamo, che il nostro progresso sia solo materiale. Citiamo un non-occidentale   il filosofo cinese HU SHIH  dei primi anni dell'900 : riteneva "altamente spirituale" che una civiltà potesse incarnare delle idee in macchinari ed altre opere d’ingegno, sollevando così la gente dalla miseria. Affermava che effettivamente   un’automobile poteva definirsi materiale, ma che non c'era  però  nulla di spirituale in un risciò tirato da un essere umano.

Capire quello che è successo in  Occidente, a mio parere, è la chiave vera per sconfiggere miseria, fame lavoro infantile e guerra.

Gli occidentale non sono migliori degli altri, nemmeno peggiori, non sono più intelligenti e nemmeno più stupidi: ma fra di loro ha preso forma una cultura che fra immense  difficoltà e contraddizioni li ha portati  a superare certi aspetti che sembravano invece connaturati alla esistenza umana: 

L'idea molto comune nel terzo mondo come anche in Europa che  il riscatto dei poveri  debba avvenire attraverso la lotta all'Occidente appare del tutto privo di fondamento: il superamento della povertà e quindi anche del lavoro minorile arriverà quando il terzo mondo avrà assimilato quegli aspetti fondamentali che hanno permesso all'Occidente di superarla.

Un breve riferimento storico. Alla fine dell'800  in Estremo Oriente si affacciò la civilltà occidentale:  il Giappone la accolse pure adattandola alle proprie tradizioni e divenne una grande potenza:la Cina la rifiutò e per oltre un secolo ha conosciuto la fame, la povertà  la guerra ininterrotta.

Il futuro del mondo a nostro parere non sta quindi nella lotta di classe che diventa lotta di popoli: ma sta nella collaborazione, nello scambio di idee e tecnologie, nella collaborazione.Solo cosi i popoli poveri possono raggiungere un livello accettabile di vita e solo cosi i popoli occidentali possono conservarlo perchè è anche altamente improbabile che un piccola parte dell'umanità possa godere di un buon livello di vita in mezzo a una massa di disperati in un mondo che si fa sempre ogni giorno più piccolo.

La collaborazione dei popoli non è più solo un ideale etico : esso diventa sempre di più una necessità