CONVEGNO: "ALCIDE DE GASPERI A 50 ANNI DALLA MORTE"

 

Sabato 29 gennaio 2005 alle ore 18,30 - Auditorium della Parrocchia

di S. Antonio alla via Diaz a Caivano (NA)

 

COMUNICATO STAMPA

 

Una gelida serata tipicamente Trentina, ci ha riservato la Città di Caivano presentandosi con una sottile pioggia a tratti mista di neve. L’importante appuntamento è stato promosso dal Centro Studi “Ferdinando D’AMBROSIO”, il tema del convegno: “ALCIDE DE GASPERI A 50 ANNI DALLA  MORTE”. L’Associazione Internazionale di Apostolato Cattolico è presente con una delegazione guidata dal presidente Gennaro Angelo SGURO, nell’Auditorium gremito da una insolita affluenza di pubblico, numerosa la presenza di giovani e di personalità della culturali, della politica, religiosi e Don Antonio CORVINO parroco della Parrocchia di S. Antonio, che ha voluto ospitare l’evento. I relatori chiamati al difficile compito sono: il Sen Luigi COMPAGNA, il Prof. Antonio IODICE ed il Dr. Biagio FUSCO presidente del  Centro Studi “Ferdinando D’AMBROSIO”. Il Sen. Compagna nel suo intervento, chiarisce subito le diverse distorsioni storiche, molto spesso dice: < sono riflessioni superficiali e determinate nella loro contemporaneità più da specifici interessi politici di  parte che invece letti come giusta realtà oggettiva dei fatti >. Evidenzia il ruolo decisivo assunto dallo Statista trentino nel fare il referendum per la scelta tra la Monarchia o la Repubblica, ricorda il suo forte e tenace discorso di Parigi subito dopo la guerra, la scelta di un patto di sicurezza per il futuro dell’Europa con la NATO, il viaggio negli Stati Uniti e soprattutto la lungimiranza d’essere tra i promotori dell’Unione Europea. Il Prof. Iodice ricorda i suoi primi passi fatti in politica, quando aderì al movimento di Don Luigi Sturzo entrando nel Partito Popolare, poi successivamente, dopo il forzato esilio sturziano, da segretario della Democrazia Cristiana. La D.C.  dice: < che egli immaginò non solo come partito dei cattolici, ma capì l’importanza storica del ruolo di un partito che si aprisse alle masse povere ed indifese in cerca di un difficile futuro >. Si sofferma sulla saggezza e l’equilibrio del geniale uomo politico, che dedicò tutto se stesso alla difficile costruzione della DEMOCRAZIA, evidenziando il suo nobile agire per il bene comune e ricordando i difficili ultimi anni di vita passati in totale solitudine, come spesso avviene a tutti gli uomini che si nutrono d’idealità e di onestà. Chiude il Dr. Fusco, ricordando la grande lezione di DE GASPERI e l’importanza di una precisa rilettura storica capace di svincolarsi da vecchi e sterili metodi, che alimentano solo confusione e non contribuiscono a far capire lo spessore dell’insigne politico; a cui conclude: < soprattutto i giovani dovranno guardare e prendere d’esempio, riappropriandosi così prima della loro vita e poi  rendersi attori attivi e partecipi del futuro, attraverso una nuova ed etica conduzione del pubblico >.