Da "IL GIORNALE di CASERTA" del 12/03/07

L’EDUCAZIONE AL RISPETTO DELL’AMBIENTE

E’ necessario passare al biocentrismo

di Francesco Iesu*

Come si è riportato nel precedente articolo pubblicato nel n. 69 dell’11-03-07, il tradizionale impegno degli enti locali e la tradizionale educazione ambientale finora svolti dalla Scuola non sono più sufficienti a debellare il dilagante e triste fenomeno del degrado ambientale, particolarment presente nella Provincia di Caserta e nella Campania tutta.

Pertanto, un compito molto arduo e difficile da risolvere incombe sugli amministratori della cosa pubblica, di qualsiasi livello, e della Scuola, qual è quello di abbandonare la vecchia e tradizionale "cultura antropocentrica" che ha contrapposto da sempre l’uomo alla natura, con conseguenze nefaste sull’ambiente, per creare una nuova cultura, definita "biocentrica" che mette, al centro di tutto, il primo valore universale che è "la Vita (Bios)", Natura vegetale, animale ed umana: il tutto interconnesso.

Il rapporto - uomo – natura e mondo animale - non deve essere più antagonista, ma armonico. Il mito dell’uomo padrone del creato deve essere sostituito dal concreto scientifico dell’uomo custode responsabile della natura. L’attuale rapporto economico di dominio e sfruttamento a danno del mondo naturale ed animale deve essere sostituito da un rapporto di armonia e di simbiosi. Economia e politica debbono essere subordinate all’etica ecologica di tutto l’Ecosistema Terra.

Per comprendere in che modo si è arrivati a postulare l’educazione ambientale come educazione biocentrica, vero salto di qualità della cultura occidentale, è d’uopo osservare, sia pur brevemente, i due opposti paradigmi culturali che oggi si fronteggiano in dottrina : l’antropocentrismo ed il biocentrismo.

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L’antropocentrismo

L’antropocentrismo, tipico fenomeno della cultura occidentale, che vede ancora un diffuso rapporto economico di sfruttamento tra uomo e natura, risulta dalla contaminazione di due modelli culturali, di cui il primo è quello creazionista, che ci venne 2000 ani fa dalla Bibbia, per cui Dio creò dal nulla il mondo, la natura e gli animali che ridiede all’uomo per suo uso e consumo.. La gerarchia fu Dio – uomo – animali – natura. Questa visione del mondo portò ad una dissacrazione della natura ridotta al rango di oggetto (res) da consumare. Essa perse tre fondamentali caratteri che la precedente religiosità classico-pagana le aveva conferito: la sua immanenza divina, la sua eternità ed autonomia e la sua ciclicità dell’eterno ritorno. La natura perse così il suo valore metafisico-ontologico di "Corpus Dei" e divenne mera cosa da utilizzare a discrezione.

Il secondo modello culturale dell’antropocentrismo fu quello scientifico dell’uomo laico e rinascimentale, esaltato nel ruolo di Padrone Dominatore della Natura (Homo sicut Deus). Il progetto baconiano, galileiano e cartesiano del "Regnum Hominis" accentuò la distanza ed il dualismo tra uomo e natura, sfociando in un antropocentrismo teorico-pratico, generatore del’uomo prometeico e faustiano.

A questa idea dell’uomo, il quale si estrinseca dalla natura che vuol sottomettere, si aggiunge la cosiddetta "mentalità lineare", conseguente alla perdita della visione ciclica del mondo e del suo eterno ritorno. Per idea lineare, la storia ha un inizio ed una fine definiti e spinge l’antropocentrismo a farsi unico attore e denominatore del mondo – natura, visti come meri suoi strumenti e meccanismi materiali da analizzare e manipolare a piacimento.

Il "Positivismo" ottocentesco partì da queste premesse ideologiche per costruire il primo grande disegno eurocentrico di dominio della Terra. Era l’epoca dei grandi imperialismi dell’Inghilterra, della Francia e della Germania, in lotta per la propria autoaffermazione planetaria.

Vennero, così, poste le basi della cultura industrialista, i cui dogmi furono e sono tuttora:

- lo sfruttamento della natura con presunte risorse limitate;

- la globalizzazione dell’economia;

- il dominio mondiale degli Stati industrializzati (G 8);

- la competizione, quale regola assoluta;

- la mentalità e le prassi utilitaristiche.

Il mito dell’uomo padrone del creato e conquistatore della natura ha spezzato, dicono gli ecologisti, il cerchio della vita, ossia il ciclo sul quale si regge il miracolo ecologico. Oggi, i problemi planetari sono immensi: inquinamenti da gas nocivi che determinano l’effetto "Serra"(cioè il riscaldamento globale che è il vero nemico della nostra civiltà, in quanto ha portato al raddoppio negli ultimi trent’anni degli uragani, dal 2003 ondate di caldo già ora letali che stermineranno 300.000 persone all’anno e nel 2050 farà scomparire un milione di specie animali e vegetali, con gravi conseguenze per l’economia – calo del 20% del prodotto interno lordo), esaurimento delle risorse alimentari (già oggi vi sono nel mondo – specialmente nel Continente Africano – 854 milioni di persone che soffrono la fame), squilibri e degradi di ogni genere..

L’emergenza ambientale ha costretto molti studiosi ad una critica radicale del nostro paradigma culturale ed a mettere in luce il nocciolo culturale responsabile della nostra cultura industrialistica e consumista, rea dell’attuale crisi ambientale (e non solo ambientale). Questo nocciolo culturale sta nella nostra visione antropocentrica che ha staccato l’uomo dalla natura, facendolo padrone di essa.

Un male oscuro, un disagio crescente per l’uomo urbanizzato della "Polis", per cui la stessa vita umana è soggetta ad un processo di dissacrazione, cominciato parecchi secoli fa, a danno della natura.

Oggi "l’homo oeconomicus" è staccato dal Cielo e dalla Terra; è totalmente disancorato da qualsiasi centro omologatore di valori che non siano il proprio io empirico, fluttuante nel mare cangiante dei fenomeni trasnseunti.

Questa corrente di pensiero ha fatto sorgere il cosiddetto egocentrismo, egoismo, individualismo italico (ancora più accentuato nel nostro Meridione), che ci deriva dalla Romanità e dall’Italia dei Papi, dei Comuni e delle Signorie, che, fin da quei tempi lontani, ci ha portati al dominio individuale, all’esclusione dell’altro non riconosciuto come persona diversa da sé, all’indifferenza verso il bene comune e collettivo, all’egoistico bene individuale, personale o tutt’al più familiare, all’incapacità di guardare al di là del proprio vantaggio immediato, alla carenza del senso civico, per cui l’interesse pubblico sembra non contare nulla, in quanto vale solo la voglia di vincere, di prevalere e di sopraffarsi.

L’egoismo Stirneriano, cioè l’amore sconfinato che ciascun uomo ha per se stesso, un amore esclusivo ed ossessivo che costituisce il vero motore che muove il mondo, è purtroppo ancora attuale nel terzo Millennio. Ricordiamoci, invece, che la società umana non esiste per accumulare e consumare dei beni, alla stregua degli animali:essa è definita umana, perché persegue dei fini, tra i quali prioritario è quello dell’educazione.

Invece oggi, è penoso ammetterlo, c’è ancora chi vive come bestia; chi si rinchiude nel proprio egoismo; chi dimentica di essere una persona civile; chi gioca con la menzogna, perdendo di vista la verità; chi gioca con la crudeltà, perdendo la purezza del cuore. Molta gente urta chi passa, fingendo di non vederlo, calpesta chi cade, va avanti con indifferenza, in questo mondo glaciale, dove sempre più spesso ci si ammazza (l’immane tragedia americana dell’11 settembre 2001 ed i cento morti ammazzati di Napoli in un solo anno ne sono gli esempi più agghiaccianti), dove nessuno si sforza di capire l’altro, specialmente se è diverso da sé.

Nella società post-industriale, multietnica, multireligiosa e multiculturale in cui oggi viviamo, invece, dovremmo coltivare insieme l’Umanesimo dell’Io e l’Umanesimo di Noi, cioè degli altri, del sociale in generale, poiché la nostra esistenza si deve basare sulla convivenza, sulla cooperazione rispettosa di tutti, sul dialogo e sulla collegialità, rafforzando sia la crescita individuale, sia la crescita collettiva. Pertanto la Scuola è chiamata a mettere in moto nuove dinamiche comunicative, polarizzate intorno ad alcune diadi: non più scontro ma incontro, non più indifferenza ma dialogo, non più individualismo ma altruismo, non più egemonia ma solidarietà, non più contrapposizione ma integrazione.

Se l’uomo non rispetta neppure l’altro uomo, come si possono rispettare gli animali e la natura!

Il Biocentrismo

Si fa largo, così, sia pur a piccoli passi, il nuovo paradigma culturale, che si presenta con un modello unitario organicistico, cioè il biocentrismo, così mirabilmente sintetizzato dall’eminente studioso ascolano di adozione Giuseppe Maraglino : "Il Cosmo è un tutto, le cui parti sono interrelate. La Natura è un organismo e l’uomo ne è una parte".

Questa nuova Scienza del Tutto, che prende il nome di Ecologia, ha le sue chiare leggi che non si possono violare impunemente :

- Tutte le cose sono interconnesse alla Biosfera;

- ogni cosa resta qui tra noi;

- la Natura sa il fatto suo, cioè opera immancabilmente;

- il consumismo ha interrotto il ciclo biologico con i suoi rifiuti : per salvarci è d’uopo chiudere subito tale ciclo, cercando di ridurre i rifiuti e riciclarli, attraverso una raccolta differenziata ed impianti di produzione di combustibili;

- la Natura non è al servizio dell’industria, ma della Vita :

- bisogna, quindi, combattere il degrado ambientale, determinato dal traffico congestionato, da trasporti inadeguati, da veleni nell’aria, dall’inquinamento acustico e dall’insufficiente verde pubblico;

- la Biosfera è un delicatissimo sistema in precario equilibrio da tutelare;

- le risorse naturali sono limitate;

- l’Economia va inclusa nell’etica biologica dell’Ecosistema.

E’ nata, così, una nuova Biofisica che non può ignorare la seconda legge della Termodinamica, cioè la legge dell’Entropìa, secondo cui l’energia tende a degradarsi ed il consumismo accelera i processi di caos e di morte della Terra.

. Gli scienziati, nell’ottobre del 2006, hanno constatato che la Terra,. già oggi, è attanagliata, specie in Occidente, da un entropìa crescente, per cui hanno ipotizzato che tra non molti anni, i suoi abitanti, sempre più numerosi e con meno risorse disponibili, avranno bisogno di un altro Pianeta..

La parentela biologica, che accomuna umani e non umani, è efficacemente sottolineata da recenti e noti autori che si collegano ai messaggi di grandi maestri di vita, quali Leonardo Da Vinci, Tolstoi, Ghandi, Schweitzer, Einstein, i quali hanno esteso i doveri dell’etica ad ogni forma di vita sensibile alla sofferenza, anche se oggi il mondo politico ed economico continua ad ignorare ogni forma di etica.

Principalmente l’educazione non deve essere separata dall’etica, e questa certamente non è l’etica individualista ed economica del nostro tempo, ma quella sociale del mondo classico greco, fondata sui valori dell’onore, della serietà degli stili di vita, del culto del lavoro e dell’onestà, della valorizzazione del merito, del rispetto della legalità, della democrazia e della giustizia sociale ( per Aristotele, è utile ricordarlo sempre, l’etica era il vivere quotidiano, osservando le regole di comportamento dettate dalla comunità).

In proposito mi piace ricordare che una delegazione di docenti giapponesi in visita nelle nostre scuole, tempo fa, pose la seguente domanda: In Italia chi insegna l’educazione morale?

Non vi fu alcuna risposta! Allora, se nelle nostre scuole non trova più posto l’educazione morale ( che invece era ben presente nelle scuole del Settecento ed Ottocento create dai Borbone), perché ci meravigliamo poi che in giro dilaghino tanti comportamenti immorali, incivili e violenti?

Tenga presente questi principi il ministro Fioroni allorquando porrà mano alla rivisitazione delle Indicazioni Nazionali per i piani di studio personalizzati nelle scuole di ogni ordine e grado.

Il Biocentrismo etico, quale nuovo valore centrale della cultura, non può non influenzare positivamente la nostra vita, in quanto l’essere umano potrà riconoscersi nella Natura, in un’assonanza che escluda qualsiasi aberrante predominio su di essa, facendone capire l’interdipendenza e la relazione intrinseca che esiste, posto che la Natura ci dà quel bene immenso, non acquistabile con nessuna moneta, che è l’aria che respiriamo, purtroppo non sempre pulita in Terra di Lavoro.

Ricordiamoci sempre le parole del Leopardi, allorquando affermava, nello Zibaldone, "la superiorità della Natura su la ragione e l’arte (cioè la tecnica), l’assoluta incapacità di queste a poter mai supplire a quella, la necessità della Natura alla felicità dell’uomo anche sociale, l’impossibilità precisa di rimediare alla mancanza e alla deprivazione di lei".

Una dimostrazione della necessità di rispettare ogni equilibrio naturale ed ambientale, per non mettere a rischio la vita di centinaia di migliaia di persone, è stata la stessa morte del poeta, nel 1837, coincidente proprio con l’epidemia di colera che imperversò tra il 1835 – 1837 a Napoli e che ha reso irreperibili le sue spoglie mortali.

Della necessità degli interventi nel settore ambientale sembrano decisamente convinti anche i nuovi amministratori della Provincia di Caserta, presieduta dall’On. Sandro. De Franciscis che, in un recente convegno, ha esplicitamente affermato di volere attuare tutte le misure necessarie per proteggere la natura che ci circonda, contrastando le cementazioni selvagge, assicurando un suolo più decoroso ai parchi ed alle aree protette, ripristinando l’originaria destinazione agricola, con propensione al terziario avanzato, di quelle terre oggi diventate discariche di rifiuti.

Passando dalle parole ai fatti, il Presidente ha stipulato con la seconda Università degli studi di Napoli una convenzione per progetti di ricerca sul recupero ambientale del litorale domitio.

Per la realizzazione di tale ambizioso programma è stato istituito un assessorato ad hoc: l’assessorato all’ambiente ed all’ecologia, affidato all’architetto Maria Carmela Caiola, la più strenua ed appassionata paladina, da una vita, del verde pubblico in Terra di Lavoro.

A questo punto i lettori "detractores" ci ricorderanno il celebre ed arguto monito del poeta e saggista statunitense Thomas Stearns Eliot, il quale soleva affermare che, come spesso avviene, "fra l’idea e la creazione….cade l’ombra": l’ombra di un sogno fuggente!

I lettori "laudatores", invece, auspicheranno che di ombre tra i programmi formulati e la loro realizzazione concreta ne cadano poche.

Allo scrivente piace solo ricordare quanto scriveva Pindaro nella IV^ Olimpica :"L’azione è la verifica di ogni uomo". E l’ azione degli amministratori pubblici avverso il degrado ambientale dovrà essere tempestiva ed efficace, perché la salute dei cittadini, come dicevano i Romani (salus ante omnia) viene prima di ogni altro bene.

Provveditore agli studi emerito - Presidente dell’Associazione Culturale Onlus "Costantino Parravano" di Caserta, aderente al Coordinamento Associazioni Casertane -