Ministero per gli Italiani nel Mondo

 

 

 

COMUNICATO STAMPA

 

Sono 228.598 i plichi non recapitati e 48.277 le schede votate giunte in ritardo

TREMAGLIA: “IL 10 PER CENTO DEGLI AVENTI DIRITTO AL VOTO ALL’ESTERO NON HA POTUTO VOTARE”

 

Per il voto all’estero, secondo le anagrafi consolari, siamo partiti da un numero di 3.471.137 residenti maggiorenni.

E’ per questi italiani che io mi sono battuto cambiando due volte la Costituzione e facendo approvare, dopo parecchie sconfitte, la legge di attuazione al voto il 20 dicembre 2001.

Con l’approvazione, certamente è stata grande la soddisfazione ma è stato nel momento del voto, avvenuto in questi giorni, che si è celebrato questo eccezionale evento. Ripeto: è un fatto storico, è una mia grande vittoria, con alcune osservazioni di fondo.

1) come Ministro ho provato la grande soddisfazione di vedere gli Italiani all’estero votare per il 42,07 per cento, questo è stato un traguardo impensabile e, per quanto mi riguarda, una straordinaria soddisfazione.

2) una forte amarezza, perché il risultato ha dato la vittoria all’Unione. Debbo fare osservare che questo è avvenuto perché la Destra si è presentata con 4 liste e il fatto era stato da me denunciato mesi prima ma non si è riusciti, purtroppo, ad ottenere l’unità. Devo precisare, comunque, che, salvo in Europa, le 4 liste sommate hanno ottenuto la maggioranza – senza ottenere seggi – nei confronti della Sinistra in tutte le altre ripartizioni (America meridionale, America Settentrionale, Asia e Oceania).

3) le grandi irregolarità. Degli oltre 3,4 milioni di cittadini italiani residenti all’estero, secondo l’Aire erano ammessi al voto 2.707.988 cittadini. Di questi, 228.598 non hanno ricevuto il plico elettorale, a parte le migliaia di schede contestate durante lo scrutinio, purtroppo vanno aggiunte altre 48.277 schede che sono arrivate ai Consolati oltre i termini previsti, ma comunque prima della votazione. Tutto ciò fa parte delle pesanti irregolarità che hanno negato il diritto a oltre 270 mila connazionali, quindi al 10 per cento di essi, di esprimere il voto.